Vai al contenuto

Il dono dei limiti

È ufficiale: ancora pochi giorni di maternità, poi rientro al lavoro. Perciò, ragazzi miei, devo fare un annuncio importante, ed è meglio che mi stiate a sentire.
Devo metterci un po’ di enfasi, perché i miei figli si concentrano per più di due minuti solo la mattina di Natale davanti ai regali da scartare e portare l’albero su dal box mi sembrava un po’ eccessivo, quindi li ho adescati in gruppo sul divano con la promessa dei cartoni animati.
“Allora, ragazzi, la mamma venerdì va dal parrucchiere!”
La scaletta del discorso prevedeva anche: “Perciò, guai a voi se vi viene il mal di pancia, il mal di denti, l’alluce valgo o le orecchie a punta, perché io per mezz’ora stacco il cellulare e non ci sono per nessuno!” Ma non sono riuscita ad andare avanti nella mia dichiarazione d’intenti perché ognuno ha ritenuto doveroso dire la sua.
“Ma non ci sei appena stata?” Il padre, bell’esempio! … (E comunque no, l’ultima volta aveva appena partorito il quarto.)
“Noooo, non farloooo!” Figlia con pigiama di Rapunzel e fiori intrecciati nei capelli: le chiome si tagliano solo per questioni di vita o di morte.
“Ma perché mamma? Sei bella così!” Figlio romantico.
“Accendi i cartoni?!” Figlia polemica.
“Noooo.” Così, per partito preso.

Ok, avevo fatto i conti senza l’oste, ma questa volta ero più preparata. Sono mesi che ci lavoro su, e grazie a Dio qualcosina l’ho capita. Però devo fare una noiosa premessa, perché sta storia va avanti dal 2013.

Noiosa premessa (facoltativa)

Nonostante l’allenamento intensivo e quotidiano a cui sono sottoposta dal 2013, ancora oggi spreco un sacco di energie a figurarmi imprese impossibili su pianeti paralleli.

Sul congedo di maternità più ferie arretrate – lo ammetto – avevo proiettato una serie di brillanti aspettative (poche per darmi qualche chance) scoraggiate da un contratto di 8 ore che non prevede malattia. Nello specifico, mi illudevo di:

– Fare shopping (daje!)
– Andare all’IKEA
– Fare seriamente un corso d’inglese
– Caffè con le amiche dell’università
– Costruire un teatrino per i bimbi
– Svuotare il box
– Leggere un sacco di libri
– Diventare più buona
– Andare dal parrucchiere

Due giorni dopo aver stilato la mia lista hanno chiuso le scuole in tutta Italia.
E poi è successo quel che è successo, tipo il ballo dei giornali. Spazi sempre più stretti, paletti ovunque, il mio caratteraccio h24 sotto gli occhi di tutti. I miei limiti sono stati il mio drago.  
Ecco perché almeno l’ultimo sogno proibito me lo stavo tenendo stretto.
E invece adesso, nel fare con quell’elenco puntato di sogni proibiti un aeroplanino di carta, il mio cuore si sente a un tratto leggero. Come un neonato a mollo nella pancia della mamma: ogni calcetto a stirare gli spazi gli rimanda una carezza. 

* Nel libro di don Fabio Rosini il terzo giorno della creazione ha come sottotitolo “Il dono dei limiti”: i limiti di una terra che rimane all’asciutto e finalmente può germogliare; i limiti di un giardino pensato per custodire; i limiti angusti di noi poveretti che il buon Dio trasforma in alvei di pace.

Condividi con i tuoi amici se ti piace!
Sottoscrivi
Notificami

0 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti