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Il GGG

In realtà il mio scricciolo di G ne ha solo una, ma ha un cuore così Grande che davvero sembra un Gigante. E non lo dico perché ogni scarrafone è bell’ ‘a mamma soja, né per qualche retaggio maschilista (ci mancherebbe); lo dico citando i fratelli. Che per imitarlo vogliono essere premiati a caramelle. 

Lui invece lo fa per indole. Se le sorelle si strappano i capelli per l’ultimo wurstel, il GGG cede tutto contento il suo. Se dico niente cartoni finché la stanza non è in ordine, devo trattenerlo sennò ci pensa sempre e solo lui mentre le sorelle fanno le gnorri. Traduce con tono pacato quello che io urlo esasperata e riesce a convincere i fratelli a fare cose che io ribadisco invano da anni. Ha spatellato lui la Selvaggia, adducendo che era “il mago della cacca”, dopo 8 mesi di strategie fallite, mie e delle maestre. E un giorno alla stessa sorella di 2 anni, che strillava come una gatta permalosa dopo una sgridata, disse saggiamente: “Guarda che non succede nulla. Si chiede scusa e si va avanti!”

Riesce a strapparci una risata nel mezzo di una litigata furibonda, mettendo in scena siparietti da baraccone e toccandosi il naso con la lingua. Ha un modo tutto suo, discreto e silenzioso, di distinguersi dal resto della ciurma. Ogni figlio è speciale, per carità, ma il GGG un po’ più degli altri. Forse perché non ha preso da me. Con lui bisogna parlare più piano ed elargire più coccole. Le sgridate di gruppo, quelle formato convenienza “prendi 4 paghi 1” lo feriscono; mentre gli altri o polemizzano o ti ignorano. O urlano NO a prescindere.

Non è che non faccia le sue marachelle, intendiamoci, ma quando gli capita arrossisce fino alla punta delle orecchie, che quasi ti senti in colpa a sgridarlo.
Ha degli occhi enormi e scurissimi che ti ci potresti perdere fino al cuore. Credo sia per questo che è incapace di dire bugie. Quando ci prova mi fa subito l’occhiolino per dirmi: stai tranquilla, mamma, è solo un gioco.

Forse è anche il suo formato tascabile ad attirare maggior tenerezza: è sempre il più minuscolo della classe e, quando certi amici monelli lo prendono in giro, ti verrebbe da sollevarlo su una mano e nasconderlo in tasca. È talmente timido che il giorno del suo compleanno fa spegnere le candeline ai fratelli.
Con le sue ciglia lunghe lunghe sembra uscito da qualche romanzo cavalleresco. Ricorda uno di quei prodi lancillotti che in una mano tengono la spada e nell’altra il mandolino. Devo ancora capire dove nasconda il suo amico drago, ma sono abbastanza sicura che, lasciato in un bosco, si metterebbe a chiacchierare con i cerbiatti.

Il suo animo romantico lo deve un po’ anche alla stretta convivenza con due sorelle streghette: poteva uscire pazzo, invece sta compensando con un esubero di cortesia. Stravede per la Pasionaria, appena appena più grande: sono inseparabili, anche se lui le arriva solo alle ginocchia. All’ora in cui i piccoli fanno la nanna e i grandi tirano il fiato e fanno i compiti, il GGG le si mette accanto e copia pagine e pagine di parole che non sa leggere, beccandosi dei bei 10 da quella maestrina, che sottobanco gli rifila tutte le schede da colorare. Ho scovato quaderni fitti di ACQUA MINERALE LA NOSTRA FORZA È IL PREZZO CONSERVARE IN LUOGO FRESCO E ASCIUTTO NAVIGLIO DI MILANO. Quando è stufo di copiare, si mette in un angolo zitto zitto e gioca da solo a Straccia camicia.

L’unica cosa su cui davvero si impunta è l’abbigliamento: non toglie mai il cappello, solo per andare a dormire, e non accetta obiezioni sui vestiti preparati la sera per il mattino dopo. Nemmeno se ha pianificato il costume e fuori ci sono 4 gradi.

A volte mi chiedo se non sia arrivato sotto un cavolo, perché dice cose tipo “Mamma, sai che io faccio i sogni colorati?” o “Dio ha creato tutto il mondo con la forza dell’amore”.
Gli auguro davvero di custodire il suo cuore buono. Se resta così, tra vent’anni me ne innamorerò, perché assomiglia troppo a suo padre.

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