Pensavo ci cascassero solo i ragazzini su TikTok, e invece…
Il confine tra amore e consenso è davvero sottile e io me ne accorgo perché mi assale la tristezza.
Me ne accorgo perché l’amore non si guarda indietro e invece io ripercorro la cronologia degli sbagli, delle occasioni mancate, del tempo perso e non restituito, delle motivazioni latenti, delle incomprensioni, delle dimenticanze.
Me ne accorgo perché l’amore non tiene conto e invece io tiro le fila di chi mi ha chiamata, ricordata, scelta, consultata, stimata, come se volessi farne scorte per i momenti più bui.
Me ne accorgo perché l’amore è coraggioso e invece io ne esco ancora più insicura e spaesata.
Me ne accorgo perché l’amore non invidia e invece in quella tristezza fa spesso capolino il confronto.
Me ne accorgo perché il consenso è bulimico di sacrifici inutili e compromessi meschini, l’amore invece capita all’improvviso e quando meno te l’aspetti, non fa rumore e inonda di pace.
Me ne accorgo perché il consenso appaga per un istante ma l’attimo dopo non resta che un cerino annerito, l’amore invece non verrà mai meno.
Eh già, l’amore è nel mio DNA di figlia, amata sempre, senza che ve ne sia motivo. Sono amata, quindi sono.
Eppure a volte cado nel tranello degli orfani abbandonati, convinti di doverselo meritare uno sguardo.
* Anche questa scoperta la devo alla mia pochezza e al cuore paterno di don Fabio, che mi ha spiegato con pazienza il tranello degli idoli. Scoprirmi così schiettamente me brucia sempre tanto, e se non mi sapessi amata a prescindere mi deprimerei e basta.
Fabio Rosini, L’arte di ricominciare . “Chi possiede qualcosa ne è posseduto, solo chi dona possiede, perché gestisce le cose. Si può apprezzare lo stato di dipendenza dalle cose per mezzo di un misuratore infallibile: l’ansia. Chi è in ansia per qualcosa dipende da quella cosa.” (p. 124) “Il mio vero sé non è un merito, non è una fatica, non è una strategia. È un’opera di Dio. È la mia vita. Sono amato, di default. È questa la mia identità.” (p. 256)
