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Insegnaci a contare i nostri giorni

Il giorno del mio compleanno un’amica che non vedo da tanto tempo mi ha scritto un messaggino. Si ricordava di un caffè preso insieme ormai dieci anni fa, e di come all’epoca, a una brusca svolta del cammino, io mi sentissi “persa, dubbiosa e incerta sul futuro”.

Non mi piace un granché festeggiare il mio compleanno – mi basta non dover cucinare quel giorno –, e per tradizione di famiglia ne accorpiamo 3-4 per smezzare l’imbarazzo.
Ma da un po’ mi riscopro a non aver più paura degli anni che passano: mi piace essere me oggi e non ieri.

Non so a che punto sono della strada, non posso dosare le forze sui km che restano né fare il punto su quelli calpestati. Non posso nemmeno sapere dove sarei adesso se a quel bivio avessi svoltato altrove. Però è bello camminare, e per fortuna il buon Dio illumina la strada un pezzettino alla volta.
Se l’abbracciassimo tutta con un solo sguardo saremmo sopraffatti dalla paura, o dalla sorpresa.

Io sono tutto l’amore che ho dato. Dato e ricevuto.

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