Vai al contenuto

Mariti e mariti

Qualche giorno fa un’amica provata dal suo pargolo nuovo di pacca mi elencava piangendo le cose fastidiosissime che fanno (credo) tutti i pargoli nuovi di pacca. Roba che tu ti chiedi: ma come ho fatto a sopravvivere a tali vessazioni e rinunce, desiderando pure reiterarle n. volte, e a ricordarle persino con una lacrimuccia di commozione?

Non ci provate, amiche provate da ex pargoli nuovi di pacca 12 anni dopo, perché non attacca! (Belle amiche che siete!) Ve la tirate co’ sta storia degli ormoni a palla, dei punti neri e delle porte in faccia. Bambini piccoli problemi piccoli e balle varie. Ma io sono sicura strasicura arcisicura che avete rimosso. Ditemi che è così perché altrimenti fatemi scendere.

E comunque quest’amica provata, col pargolo nuovo di pacca incollato sotto l’ascella e un bel paio di occhiaie en pendant, sfoggiava un marito top di gamma. Uno di quei papà che già alla scuola materna spannolinavano i bambolotti. Altro che spade laser e figurine. Che se solo potessero allattare. Che a sentir loro hanno spinto, urlato, respirato, tagliato a morsi e pure ricucito in sala parto. Confortando nel mentre l’ostetrica.

Io no. Un marito così non ce l’ho. Ma nemmeno quando era nuovo di pacca.
Sostegno morale tanto eh. Tipo profondersi in scuse con l’ostetrica per certi insulti in dialetto della gravida/quasi ex gravida (perchè è quel maledetto infinito quasi) che a ogni giro mi propongono il mediatore linguistico. Altro che massaggi, luci soffuse e playlist del corso preparto. PENSATI SINGLE. PENSATI TONICA. PENSATI ELASTICA. Pensa al prosciutto crudo. Alla bresaola. Al salameeee!

Che io sappia mio marito fino a 14 anni voleva fare il ruspista.
Poi siccome non c’aveva il fisico per alzarsi presto al mattino ha optato per ingegneria matematica.
È il motivo per cui certe volte, quando litighiamo/ops litigo da sola, lo prenderei a padellate in ghisa diametro 40.
Perché io inanello una serie di periodi ipotetici del secondo o terzo tipo, sapientemente intervallati da sbuffi, sospiri e lamenti epici, e lui mi risponde con cenni binari.
Io gli disvelo un’ampia gamma di percezioni, mezzi toni e pippe oniriche e lui me le organizza in un diagramma cartesiano.
Gli butto lì una sfilza di disagi e disturbi e dubbi amletici e lui dice: Ah!
Gli dico che me ne trovo un altro e lui comincia a ravanare nel frigo perché sono già le 20.

Se supero i 5 minuti sbircia nel carrello Amazon.
Se supero i 10 genera seduta stante una call urgentissima.
Se sono girata verso i fornelli se ne va proprio. Me ne sono accorta una volta perché sentivo trapanare dentro la cabina armadio.

Perché io, mi dice candido, l’avevo già capito alla seconda vocale.
Ah sì! E cosa di grazia, genio incompreso di marito?
Che le cose erano due:
a) non era un problema
b) non c’era soluzione
Ah, e quindi?
Quindi tanto valeva fare altro nel frattempo.

Marito mio,
io lo so che non sei quel tipo di marito da sfoggiare alle merende del nido.
Che preferisci martellarti le dita piuttosto che chiamare la pediatra.
Che i lavaggi nasali ti fanno impressione come a me le istruzioni della caldaia.
Che ancora non sai di chi sono le scarpe.
Ma ho capito pure che certe cose nemmeno esistono se le do per scontate.
Perciò grazie, perché posso darti per scontato come la pioggia che mi chiudo fuori dalla porta.
Perché a volte il tuo silenzio mi sembra guerra aperta, ma a lungo andare mette pace.
Perché a volte sembri un muro e pure bello duro, ma quando barcollo ti sento alle spalle saldo approdo.
Perché sei argine alle mie paturnie.
Perché in un brutto sogno mi basta svegliarmi e sentirti accanto.

Perciò sì, tornerò a urlarti addosso per quelle tazze ancora nel lavello e il pigiama sempre in giro, per urlarti in fondo quanto casino c’ho dentro e quanto mi sento sbagliata. E tu col tuo silenzio di gomma farai finta di non capire, semplicemente restando in piedi.

Accanto, nonostante la fatica di restarmi accanto.

Condividi con i tuoi amici se ti piace!
Sottoscrivi
Notificami

0 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti