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Siamo tutti sulla stessa barca

Tutti fragili e impauriti, tutti un po’ disorientati, tutti colti alla sprovvista. Tutti leggeri di bagaglio e ignari di quanto durerà il viaggio. Belli e brutti, ricchi e poveri, grandi e piccini. Tutti insieme.

Ma in questa zattera di mondo sballottolata dal mare, c’è chi sopravvive e c’è chi viaggia.
Chi tira avanti e chi cambia rotta.
Chi incrocia le dita e chi spera.
Chi salva vite e chi pela patate. Con lo stesso coraggio.
Chi si ritrae e chi dà una mano.
Chi semina amore e raccoglie bellezza.
Chi convive e chi vive insieme.
Chi si rifugia sottocoperta e chi si arrampica sull’albero maestro, per avvistare le balene.
Chi si rifugia sottocoperta e se la vede col cuore.
Chi si fa la domanda giusta e finalmente ottiene risposta.
Chi si stordisce coi dadi e chi fa silenzio.
Chi butta a mare tutto ciò che non vale e chi butta all’aria la sua vita, per ricominciare da capo.
Chi ha capito che senza di lei non sa stare e chi ha capito che così non può andare.
C’è anche la vicina brontolona… Ma ora ha trovato chi l’ascolta.
C’è un sacco di gente che dice la sua. E c’è chi passa ore ad ascoltare.
C’è chi impreca e si lamenta, e chi non ha paura di cambiare.
C’è chi non vede oltre il suo naso e chi guarda tutto con occhi nuovi.
C’è chi fa scorte e conta le scialuppe e chi dorme sereno a poppa perché sa che tutto andrà bene. Che un bel giorno smetterà di diluviare.

Siamo tutti sulla stessa barca, insieme ai coccodrilli e all’orangotango, al gatto, al topo e all’elefante. Mancano solo i due liocorni.
Siamo qui anche se vorremmo essere altrove. (Altrove dove? Di preciso non lo sappiamo.)
I più furbi si riscoprono fratelli. E la sera contano le stelle.

* Momento di preghiera presieduto da papa Francesco sul sagrato della Basilica di San Pietro, 27 marzo 2020

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