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GMg e dintorni

– La maestra Barbara mi ha raccontato che a scuola stavano parlando della Giornata Mondiale della Gentilezza e Camilla ha detto che i suoi genitori litigano sempre. (Sono 26 parole, ogni tanto capita)
– Oddio, come litigano sempre?
– Mmm…
– Ma scusa, ha detto proprio sempre?
– Mmm…
– E tu che cosa le hai risposto?
– Mmm…
– Non le hai detto che noi ci vogliamo bene?
– Mmm…
– E che ultimamente tra aerosol, lavaggi nasali, antibiotici, cambi pannolino e goccine anticoliche nemmeno abbiamo tempo di litigare?
– Mmm…
– Guarda che la maestra Barbara è quella dei mandala, quella che parla col basilico, quella che cura le zampette alle coccinelle, quella che colleziona barattoli di energia positiva!
– Mmm mmm mmm mmm…
– Guarda che quella chiama gli assistenti sociali, chiama i carabinieri, chiama il sindaco!!
– Mmm…
– Guarda che dobbiamo cambiare scuola, cambiare casa, cambiare continente!!!
– Mmm…
– Oddio, magari le ha detto anche che non crediamo a Babbo Natale!
– Mmm…
– Ma secondo te ha fatto proprio nomi e cognomi?
– Ho una call tra dieci secondi.

– E comunque dobbiamo parlarne!!!
Tempo scaduto, è già in cuffia.

Ci riprovo la sera a cena, buttandola lì tra un bicchiere che si rovescia e un maccherone di traverso.
– Camilla, ma quindi mamma e papà litigano sempre?
– Sì. (Drastica. Se attacca con i monosillabi è la fine.)
– Ma sai che cosa significa “litigare”? (Lo so, sono pignola e didascalica. Sento qualcuno che sbuffa e non è il padre dei miei figli.)
– Sì. (e 2)
– E noi litighiamo come litigate voi? (Certo che no!)
– Sì. (e 3)
– Ma QUANDO litighiamo??? (daje!)
– In cucina. (In realtà ho chiesto QUANDO, ma non sto lì a sottolineare la cosa perché lei odia i puntini sulle i.)
– E la maestra Barbara cos’ha detto? (scongiuri)
– Mmm…
Per fortuna ho un figlio romantico che mi viene in soccorso.
– Ma no, non è che litigate litigate. È che la mamma dice al papà cose tipo “Sei sempre in call e io devo fare questo e questo e quest’altro…” (Non ci credo, ha fatto le vocine! Quella era io!!! Bel tentativo, ma peggio di prima. Praticamente vien fuori che io litigo da sola. E comunque sempre. E in cucina. Violenza domestica.)
La preado del gruppo vorrebbe aggiungere che siamo noiosi anche quando litighiamo, ma la fulmino prima che apra bocca perché ha infilato la manica nel ragù.
– … Però alla fine restate insieme. (Meglio che niente)
– Già… (Però non è bello…)

A quel punto i nostri pargoli futuri spacciatori si cimentano in un esperimento sociale stile G8. Ma senza barricate e lacrimogeni. Ogni volta che mamma e papà litigano…

Abbracciamo un albero tutti insieme! Non siamo così bucolici, e bisognerebbe piantarlo.
Stasera niente cartoni! Punizione Boomerang, lo sanno anche loro.
Andate a sedervi 5 minuti e riflettete! (mammagari!) La mamma seduta si addormenterebbe al minuto 1.

Alla fine decidono di scommettere sul senso civico dei loro vecchi e optano per l’ammonimento verbale.
Ogni volta che mamma e papà litigano… un bel cartellino giallo!
La metafora calcistica piace ai maschi e la teatralità del gesto imperativo convince le femmine. Sotto i 2 anni non si ha diritto di voto.
Giallo, non rosso, perché in fin dei conti l’espulsione non conviene. Per ora.  

Provvedimento approvato, ricominciano a cadere bicchieri e a colare nasi. Camilla torna in modalità brucomela, ignara della svolta epocale appena inaugurata, la preado torna in sella al suo unicorno, i maschi minorenni tornano a darsi pizzicotti sotto il tavolo, il maschio maggiorenne torna in call, e io torno a litigare da sola.

Con buona pace della maestra Barbara.

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