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Vacanze… E io stresso!

A ogni vacanza con gli amici rivivo quella sensazione di assoluto sconcerto provata al ritorno dal viaggio di nozze.

Quando, dopo due settimane di puro idillio, barriera corallina e anguria senza semi, ti ritrovi a convivere in 50 metri quadri con uno stendino sovraccarico e un trentenne che sembra appena sbarcato da un altro sistema solare. Non è viola e non ha 5 nasi, ma non ha mai abbinato nella stessa frase “programma” e “lavatrice”, non ha mai assaggiato il mix sottocosto di formaggi grattuggiati e, cosa orribile!, infila in lavastoviglie i coltelli con la lama in su.

Ecco, se dopo qualche anno di convivenza e plurime tavole rotonde, noi due ancora riusciamo – un po’ per eroismo, un po’ più spesso per quieto vivere – a condividere un letto a 2 piazze, ogni estate la medesima collisione planetaria si ripropone in vacanza con gli amici.

Com’è possibile che i vostri figli mangino solo pasta in bianco e si rifiutino di assaggiare l’insalata di polpo pescato a mani nude prima dell’alba e cucinato secondo le segretissime ricette delle nonne genovesi?
E tutti quei taralli, cracker, succhini e bibite gassate a qualunque ora del giorno? Nein! Noi solo pane integrale e tanta frutta e verdura, alternando saggiamente carboidrati e proteine. Quasi peggio di chi butta il sale nell’acqua della pentola ancora fredda.

Ma vogliamo parlare degli orari? Che senso ha scendere in spiaggia alle 11 e beccarsi solo il caldo e la folla? O non scendere affatto, cercando l’ombra delle colline per leggersi un buon libro in santa pace/sfare le valigie/visitare il centro storico?
Sei al mare vai al mare, no? 9-18 pausa pranzo minimal.
C’è persino qualcuno che, come il gentil signore che mi conobbe tonica e piena di belle speranze, passa l’intera settimana a organizzare la Grigliata Estiva.

Ci sono poi i feticisti dei castelli di sabbia. Quando è risaputo che camminare sui sassi è salutare e che gli scogli stimolano lo spirito d’avventura. Per di più la sabbia insozza l’auto e te la ritrovi nel letto anche dopo mille docce. E le schiere ordinate di ombrelloni? Mettono ansia. Se devo pagare per un lettino nell’entroterra fatemi spaccare gratis i piedi sul bagnasciuga.

Nanna dopo pranzo o cartoni prima di cena? Compiti delle vacanze o zero regole? Merendine confezionate o carotine e cetrioli? Cena in pizzeria o picnic in riva al mare? Foto di gruppo? Sgridate di gruppo? Giochi d’acqua o sudoku montessoriano? Relax o parco avventura? Piatti di plastica o bio-turni di cambusa? Ciabatta o infradito? Zampironi o braccialetti antizanzara? Sono visioni del mondo, dritto e rovescio, incompatibilità inconciliabili.

L’unica cosa su cui siamo tutti d’accordo è che non bisogna aspettare 3 ore dopo il pranzo per entrare in acqua.
E poi che ci vogliamo bene. Dato di fatto.
Altrimenti non si spiega come ancora decidiamo di fare le vacanze insieme.

Io mi riscopro come ogni anno pronta a combattere per come si apre un uovo. Se mai un giorno dovessi arrivare dall’altra parte, dovrebbero inventare apposta per me un girone rompic…i & menagramo. Per la pena del contrappasso mi metterebbero a flaggare h24 liste interminabili di regole e divieti con cui poi il compagno di una vita accenderebbe la Griglia.

E mi riscopro come ogni anno voluta bene. Non nonostante me, ma proprio io.
Guardata con occhi più buoni e più veri dei miei.

Il saggio Neb sintetizza ridendo che alla fine i programmi migliori sono quelli che non avevamo previsto: che bella vita sarebbe se fidandoci ci lasciassimo buttare gambe all’aria!
Basterebbe arrendersi al fatto che ognuno ha i suoi ritmi, i suoi tempi, i suoi modi. E magari scoprire stupiti che riposano anche noi più di quanto pensassimo.

Già, sarebbe ritrovare la strada di quel Giardino che abbandonammo sentendoci grandi e ritrovandoci orfani.

Ne abbiamo di strada da fare…

* Ci sono libri che sono carezze per l’anima.
“Noi siamo tutti come un treno che ha bisogno di un binario per camminare. Il binario è fatto di verità e di amore … Qualunque domanda su me stesso io mi debba porre debbo avere entrambe le guide. Ma io non mi guarderei neanche allo specchio se non mi ricordassi che Dio mi vuole bene qualunque cosa io ci veda…
Per vedere il bello che c’è in noi ci vogliono gli occhi di chi ci ama. Solo se vuoi bene ad una persona vedi oltre le sue debolezze. E solo Dio ci guarda nella più completa verità -infatti ci vuole tanto bene.
Non è che ci vuole bene e allora ci sopporta, perché lui è buono e ci tollera perché è paziente. Certo che Dio paziente, ma questo è incompleto. Dio mi ama perché sa esattamente chi sono.” (Don Fabio Rosini, L’arte di guarire, ed. San Paolo, p. 61)

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