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Attesa

E all’improvviso mi accorgo che il tempo stringe e in casa non abbiamo pannolini per te.
Perdonami, piccolino, perché sono passati 9 mesi e ancora non mi sono presa un minuto per aspettarti.

Nemmeno uno sguardo lento, in questa storia che come tutte comincia con un ritardo, per dirci “Ehi! Io e te aspettiamo un figlio!”
Mi sento in colpa, piccolino, perché ci sono tante mamme e papà che aspettano per anni e tu invece sei stato per noi il regalo dimenticato sotto l’albero.

Abbiamo rimandato alla prima ecografia, perché non si sa mai, poi a quando si sarebbe vista la pancia, a quando avremmo rivisto gli amici, alla fine della scuola, al congedo dal lavoro, al ritorno dalle ferie, alla fine dell’estate, alla firma del rogito, all’inizio della scuola, al prossimo weekend, al cambio della luna… che tanto sarai pigro come i tuoi fratelli.
Abbiamo fatto e disfatto valigie, mandato lavatrici, ricoperto quadernoni, etichettato matite, preparato zainetti, firmato documenti, chiuso scatoloni, compilato liste, analizzato preventivi, studiato progetti, scelto piastrelle… e tu in questa casa sottosopra non hai nemmeno un cassetto, perché non sappiamo se nascerai in estate o in autunno.

La sai una cosa? Ci stupirai, perché non ci troverai mai pronti, dovessi tardare una vita.
Ma c’è Chi ti attende da sempre e ti ha già preparato un posto.
Ti chiami Davide, che significa amato, e questo è l’unico motivo per stare al mondo.

*Ce l’ha detto la nostra amica Chiara, che “l’importante nella vita non è fare qualcosa ma nascere e lasciarsi amare”. Uno dei suoi bimbi si chiamava come te, e lui è già a Casa.

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