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Mamma, ci sono anch’io!

E poi, un giorno sì e un giorno no – anzi più spesso in una giornata già no –, con un disegno, un silenzio, un capriccio diverso, un figlio ti sbatte in faccia che così non gli basti. Che ha bisogno di te ma tu invece sei altrove. Che l’avrai pure scritto sul frigo “Siamo in tanti ma ognuno è speciale”, ma resta il fatto che tu sei una, perciò loro sono 4 di troppo. (Che poi è solo una scusa, perché anche se fosse uno mica te la caveresti tanto bene. Se ti concentri sulla sua timidezza e sulla cartella pesante, ti sfugge che è inverno e lui sta uscendo in pantaloncini.)

E ti piacerebbe davvero regalargli una giornata speciale, tu e lui senza fratelli. O fare shopping con lei, provare gli stessi vestiti e poi pranzare da Mc. Farle le treccine dall’alto, con calma e senza fiatare, perché è l’unica coccola che lei ti permette e aiuta entrambe a districare i pensieri. Tenerlo a casa da scuola senza un motivo e restare in pigiama a mangiare schifezze, dimenticandoti di guardare l’orologio. Addormentarsi come due koala pancia contro pancia con un biscotto spappolato stretto stretto.
Dio solo sa quanto ti piacerebbe startene sdraiata coi piedi per aria a fare insieme un puzzle da mille pezzi, sederti ad ascoltare senza fretta un “Lo sai che?” e non rispondere subito “Aspetta un attimo!” Perdere tempo come se non ci fosse un domani. Con la testa lì e non altrove. O anche solo iniziare una cosa e finirla.  

Ma c’è sempre un pannolino da cambiare, un naso da soffiare, un bernoccolo da medicare, un litigio da sedare, un diario da controllare, una mail da inviare, un pensiero che altrimenti sfugge, una notifica urgente, una scadenza improrogabile, un appuntamento già preso, un autunno senza preavviso, il timer dell’antibiotico, il timer del forno, la lavatrice, il citofono, il frigo, l’ora di cena. Sequenze scomposte di parentesi aperte e mai chiuse e di bambini dimenticati sul water.
Per fare le cose urgenti, rimandi le cose importanti. Finché non diventano urgenti.
Il più piccolo ha sempre ragione – lo sanno bene i fratelli –, ma a volte il più piccolo è quello che fa più rumore. E ogni tanto il più piccolo sei tu.

Benedetta piccolezza delle mamme che ce la mettono tutta ma non bastano mai.
Speriamo che i bimbi chiudano un occhio e per oggi si facciano bastare un abbraccio di gruppo.

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