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Pollicino e il Porcospino

Ho scoperto che chiedere aiuto è quasi più difficile che chiedere scusa.

Immagino sia per questo che hanno inventato l’SOS, il Mayday, il SignalForHelp e i numeri utili sul frigo. Perché così uno non ci deve pensar su troppo.

All’indomani di un weekend troppo zeppo, in cui abbiamo dosato male le parole e i tempi e gli spazi, pur sapendo che ad aggiustar tutto sarebbe bastata una carezza, mi ritrovo a ragionare sul famoso porcospino.
Non è colpa sua se quando si sente in pericolo diventa una palla di spilli.
Ma tutti pensiamo che ha un caratteraccio, e che per difendersi attacca.
E se in fondo stesse solo chiedendo aiuto?
Ok, in maniera un po’ antipatica, va detto.
Ma sono sicura che al povero porcospino non piace diventare una palla di spilli. E che pungendo gli altri si fa un po’ male anche lui.   

E a un certo punto ho come un déjà vu.
Tu che dici “Di qua ci siamo già passati” e io che ripeto sempre le stesse cose.
Tu che giri in tondo su una rotonda e io che entro ed esco sbattendo cose.
Tu che sbotti perché quello svincolo non c’era sulla mappa e io che sbotto perché qui è sempre un caos.
Tu che resetti le impostazioni di Waze e io che spunto cose da fare.
Tu che reciti formule algebriche e io che sbraito “Ma Santa Polenta!”
Tu che espandi e riduci lo schermo e io che mi accanisco sulle fughe delle piastrelle.
Tu che guardi fuori dal finestrino e io che sposto cose a caso.
Tu che controlli la spia dell’olio e io che controllo cosa c’è in frigo.
Tu che ci provi: “Non ne combino una giusta, vero?” e io che mi mordo le labbra per non piangere.

E alla fine, dopo tanto girare a vuoto, finalmente mi azzardo: “Scusa, ma perché non chiedi?”

Ho scoperto che chiedere aiuto è quasi più difficile che chiedere scusa.
Perché prima devi ammettere che ti sei perso.

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