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Ssssss

L’Umbria è terra di gente che cammina.
Lo raccontano le piazze, i porticati, gli ulivi, le fontanelle. Messi lì a fare ombra, ad accogliere, a riposare.
E tu lo riconosci subito chi arriva lì dopo tanto camminare, perché – nasinsù sotto lo stesso cielo graffiato di stelle – il pellegrino sudato si sente finalmente a casa, e invece il turista curioso si sente smarrito.  
È così che entro in una delle tante cappelline a bordo strada: ho sete, ho caldo, mi fanno male i piedi. Mi sento smarrita.
E quel dito alle labbra dell’angelo cantastorie oggi mi sembra un annuncio nuovo.

Mi dice: Ssss! Non è adesso il tempo delle domande, scrollatele di dosso lungo la via.
Verrà il tempo, e non sarà tuo, in cui scoprirai chi sei.
Ti chiameranno mamma e non sarà sforzo tuo.
Ti ameranno e non dovrai meritarlo.
Avranno il tuo odore ma non saranno tuoi.
Saranno meraviglia ai miei occhi ancor prima che tu li conosca.

Ma adesso: Ssss, non aver paura, sono nelle mie mani da prima che tu fossi.
Non aver paura del peso e degli anni, sono io che conto i giorni e ti tengo sul cuore.
Non aver paura nemmeno di te stessa, posso fare grandi cose anche dal fango.
Fai i tuoi piccoli passi per il gusto di camminare, ma ogni tanto lasciati portare in braccio.

Sssss.
Adesso chiudi gli occhi.
Fatti ninnare figlia.

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